Messaggio n. 1 | Autore: Gabriella | ||
inviato il 30-04-2010 |
Mi chiamo Gabriella, sono una ex impiegata dell’allora Ospedale Zonale di Chiavenna. Non so se Lei si ricorda di me, io di Lei mi ricordo molto bene, in quanto in quegli anni il mio lavoro consisteva proprio nel tenere il conteggio delle ore lavorative dei medici. La ricordo, giovane e simpatico assistente nel reparto di Medicina Generale, ed ora mi congratulo con Lei per il Suo brillante ed impegnativo iter professionale. Io ho lasciato il lavoro nell’estate del 1988, scegliendo di andare in pensione con gli anni minimi per motivi di famiglia, anche se ciò mi causò non poca sofferenza. Sono un’analfabeta del computer, quindi Le scrivo con l’aiuto di mio marito. Ho un hobby per me molto bello: la lettura. Ho terminato proprio ora il Suo libro “Il novecento di Annetta” e ne sono rimasta alquanto affascinata. E’ meraviglioso, è emozionante, è brillante, bravo, bravo dr. Bertolini. Io sono nata nel 1949, e quindi il Suo libro mi ha fatto rivivere gli anni della mia infanzia, della mia giovinezza ed anche gli anni della maturità, si, perchè non solo fa conoscere la vita affascinante e combattiva della Sua nonna, ma rappresenta bene anche la storia di tutti noi. Per quanto riguarda tutte le emozioni che Lei descrive, mi è sembrato quasi di esserne partecipe, infatti durante la lettura ho pianto, ho gioito, ho sorriso. Come già ho detto leggo parecchio, ma è la prima volta che mi capita di dire al termine di un libro: mi ha tolto il respiro, lo leggo una seconda volta. Complimenti ancora e soprattutto complimenti per la dolcezza d’animo che ha manifestato nei riguardi della Sua nonna. Leggerò presto anche gli altri Suoi libri e mi auguro, anche se i Suoi impegni professionali sono grandi, che non abbandoni mai l’arte dello scrivere. Bravo dr. Bertolini e auguri infiniti per Lei e per la Sua famiglia. | ||
Risposta | Autore: AleDoc | ||
inviato il 30-04-2010 |
Leggere il suo commento mi ha fatto molto piacere. Devo dire che è stata fortunata, perchè ha iniziato a leggere i miei libri dal migliore che ho pubblicato ad oggi. Spero di non deluderla con gli altri. Se le capitasse di venire a Sondrio passi pure a trovarmi in ospedale, mi farebbe piacere rivederla. Un caro saluto | ||
Messaggio n. 2 | Autore: Mimmo | ||
inviato il 15-02-2010 |
Ciao Alessandro, la lettura del tuo libro è stata per me un vero piacere. Forse te l` ho già detto , nel leggerlo mi sembrva di asoltare le parole delle canzoni di Fabrizio De Andre` . Inoltre ,attarverso la storia di tua nonna hai fatto apparire la bellezza del tuo animo generoso, ironico,amante della vita , impaurito della morte. E` stato un bel leggere che mi ha fatto ripensare all` amore per i propri cari ed alle storia dei mie avi. Grazie | ||
Messaggio n. 3 | Autore: Alfredo | ||
inviato il 27-11-2009 |
ciao Ale ho visto e ho letto il tuo libro " il secolo di Annetta" oviamente tutte cose che mi ricrdavo anch`io ma guarda che Italia Germania 4 a 3 non fu un bella partita ma solo molto emozionante nei supplementari fu molto meglio in quella edizione brasile ingilterra 3 a 2 , la partita della miracolosa parata di gordon banks. complimenti per il figlio come si chiama? un caro saluto | ||
Messaggio n. 4 | Autore: Manu | ||
inviato il 27-11-2009 |
Ciao, finalmente riesco a trovare 2 minuti per parlarti di Annetta! Per quello che può valere il mio giudizio (che è di una modesta lettrice che purtroppo ultimamente non trova più tanto tempo per leggere...): bravo, perchè grazie ad Annetta ho potuto rivivere certi periodi "storici" che ho sentito molto vicino a me quando ero bambina; bravo, perchè mi è piaciuto molto il continuo richiamo ai fatti storici (che sembra siano accaduti 1000 anni fa e invece dopo il 1967 li ho vissuti pure io...)e alla vita di Annetta; bravo, perchè Annetta mi fa pensare alla mia nonna e alla nonna di mio marito e a tutte le nonne che ho conosciuto nate in quegli anni;bravo, perchè la tua nonna "Annetta" sicuramente può essere orgogliosa di un nipote come te. Fine della sbrodolata. Permettimi solo una "critica": i dialoghi di Annetta e famigliari sono troppo "italianizzati", un pò di dialetto, secondo me, ci sarebbe stato bene. Fine delle critiche. Ciao e grazie per la lettura. | ||
Messaggio n. 5 | Autore: Giorgio | ||
inviato il 27-11-2009 |
Ciao pa`, ho appena finito di leggere il libro, quindi, è d`obbligo, innanzitutto compliments per l`opera. Ok, però adesso veniamo al sodo: ho riletto l`introduzione al Lago (delle memorie), quindi adesso mi dedico alla critica. (Ah, in genere critico anche quello che mi piace, quindi non ti spaventare). Allora, cominciamo dall`introduzione: la dedica del Lago era molto pesante, alla fine le dediche non le legge nessuno se superano le dieci parole, quindi questa volta hai compiuto un netto miglioramento procedendo verso la standardizzazione. Alla fine la solita solfa dei ringraziamenti è trita e ritrita e tutti sanno che anche l`ultimo ramo cadetto della famiglia sostiene un parente scrittore, quindi è dato per scontato. E poi manca l`omonimia col Manzoni, quella era davvero un`esagerazione esagerata. Primo capitolo: non ti spaventare, si pone attenzione solo al primo e all`ultimo, il resto finisce nel grosso blocco de "il corpo dell`opera", quindi non ti analizzo l`opera capitolo per capitolo. Come ti ho detto il primo capoverso è molto carino, con il procedimento di inflation-deflation (inglese... ahimè non conosco l`analogo latino, forse "innalzamento dei toni con smorzatura finale"): sembra quasi di leggere Pavese e l`occhio tende a scorgere un Canelli mai citato nel paesaggio, poi il tutto è sgonfiato nella concretezza del bucato. Il resto del capitolo è costruito forse con un`eccessiva poeticità/lirismo o come vuoi chiamarlo. Capitolo ventotto: hai evitato il finale moralistico, almeno in parte, con l`esame odontoiatrico ed il gavettone: l`idea dell`evasione del flusso di coscienza dall`attualità è tremendamente realistica, non sentirti in colpa. I capoversi finali sono invece molto standard (o come ho detto prima, moralistici): l`eroina di se stessa, la persona semplice etc. Sei capoversi sono un po` ridondanti, ma si perdonano su 260 pagine di romanzo, specie se dedicato ad una persona cara. Il resto: tre cose sono essenzialmente belle della struttura del libro: la maledizione dei Nobel, il legame con lo sport (che, conoscendoti, poteva sembrare improbabile) e la scatoletta dei biscotti. L`idea della scatola è senz`altro meglio di quella abusata della lettera/cartiglio che l`autore è solito ritrovare nelle circostanze più improbabili, mentre quasi tutti hanno una scatoletta di biscotti o d`altro con dentro ogni genere di cianfrusaglie. Carino il passaggio a pag 17, ma, ancora meglio, l`idea della scatola praticamente muore lì, senza ricomparire per più di due o tre volte. Il legame con lo sport è simpatico, nulla di più però, ma la vera parte geniale è quella del Nobel: accattivante, originale fin quasi alla sorpresa. Per giungere al sugo: lo stile non è pesante, ma forse è legato all`interesse nel leggere qualcosa sulla famiglia, comunque sia hai un modo di scrivere abbastanza leggero se sono riuscito a leggere 260 pagine di pontificazioni tue sul Novecento. Presentando il libro hai detto che si tratta del Novecento visto con gli occhi della nonna, mi pare però che gli unici occhi che usa la nonna sono i tuoi e tutto il romanzo sia una sorta di scusa per commentare qui e lì il Novecento. La vita della nonna è un filo conduttore, ma alla fine ha un ruolo abbastanza marginale. Il romanzo risulta così in bilico tra il commento storico, di più ampio respiro, e il racconto famigliare, di scarso interesse al di fuori dall`ambito dei venticinque lettori della famiglia. Dopotutto, però, un semplice romanzo cronachistico non sarebbe piaciuto a nessuno. Le opinioni comunque non sono male, anche se spesso e volentieri abbastanza scontate (le cose scontate hanno spesso il pregio di essere vere, ma il terribile difetto di essere a volte condivisibili e sempre prevedibili e noiose) e talvolta cadono nella moralistica, cosa assai banale. Mi sembra comunque che il romanzo sia ad un livello maggiore, anche se di target più limitato, rispetto agli altri delitti di gioventù (non te la prendere, ma il giallo non rientra nella mia rosa sempiterna dei generi letterari), e pervaso da una maggiore modestia. Sono contento di essere stato citato (hinted at, non quotation) in quella cosa di Houston e dei primogeniti, ma almeno ti sei evitato di chiedermi il consenso per questioni di privacy. Non ho trovato molti riferimenti a Roberto, forse uno solo o nessuno, quindi devo dedurre che sei in ballo da molti anni per la pubblicazione. Ho scoperto con piacere (o meglio riscoperto perché mamma me ne aveva già parlato) che il nonno era stato a Serina, ma non capisco poi il tuo riferirsi quasi con vergogna/rammarico/finta dimenticanza a quel paese con un "dove per un certo periodo, anche se molto di rado, ci andavo pure io" parlando delle case di piacere. Conclusione (questa vera),un po` scherzosa: compliments al pa` don Giovanni: non è facile, specie per l`epoca tua dove non era uso ubriacarsi e drogarsi fino all`incoscienza, avere tante ragazze da non ricordarsele quasi nemmeno, anche se meritavano un posto nel saluto serbo. Dopo essermi divertito a spargere citazioni manzoniane q.b., ti consiglio come prossima lettura "The Waste Land" di Eliot (edizione bilingue e annotata, veramente necessaria), per me quasi un capolavoro del secolo. | ||
Messaggio n. 6 | Autore: Gepposax | ||
inviato il 26-11-2009 |
voglio la scatola di biscotti, non il libro |