Messaggio n. 1 | Autore: Carletto | ||
inviato il 01-07-2015 |
Caro AleDoc, forse il "tempo per sentirsi guariti" è difficile da metabolizzare perchè è tanto devastante, pervasivo, stravolgente e improoviso il cancro quando si mette sul tuo cammino che resta molto la concezione del tempo come "si ok, ma ancora per quanto?". Soprattutto quando dalla tua hai, passami la mia irriverente rappresentazione della Medicina, solo cure farmacologiche. Nella percezione dell`uomo di strada la chirurgia demolitiva è quella che forse più aiuta ad elaborare il concetto "sono guarito perchè mi è stato tolto", negli altri casi ci si afida agli esami strumentali e alle visite periodiche per avere questi feed back che, quando positivi, ti fanno sentire felice e ti fanno percepire i medoci e gli altri operatori sanitari come dei famigliari. Se le cose vanno bene cerchi di starne lontano ma al tempo stesso può scattare la voglia di unirsi per poter dare agli altri la nostra fortuna. Se poi trovano persone come te lungo il percorso è ancora tutto piu facile sentirsi "a casa" quando vengono in reparto. Questo e` merito tuo e dei tuoi collaboratori. In strutture fredde e anonime dove l`oncologo è pocpo empatico tutto si traduce in un approccio sterile e, forse, paradossalmente, nutrendo grande repulsione verso il reparto poco empatico, uno magari matura prima la concezione di "sentirsi guarito" al grido "finchè sto bene ne sto alla larga". Un po` quello che a me succede quando finisco una otturazione dal dentista: istintivamente mi dico "devo curare di piu l`igiene orale"...giorno dopo giorno mi dimentico del dolore della siringata in bocca e.....fino a quando qualcosa non torna a farmi male tendo a dimenticare di andare dal dentista per i controlli periodici!! Alla prox |